"L'eroe dalla chioma d'oro,
l'eroina con la bambola in tasca"
(Le fiabe delle bambine e dei bambini.)
a.s.1997/98


Il percorso vuole essere di natura processuale : dalla favola psicocorporea del singolo intende arrivare alla ricostruzione favolosa della Storia di tutti, dove ritrovare i simboli-archetipi universali, la cui effettiva diffusione è dovuta alla loro presenza nell'inconscio collettivo dell'umanità.
La fiaba diventa, in questo modo, uno strumento di riappropriazione da parte del bambino e della bambina delle strutture portanti delle origini della società e della storia di cui egli/lei è l'ultimo/a discendente.
"Vassilissa la Bella" è un antico racconto russo, le cui radici archetipe risalgono ai culti dell'antica dea-cavallo, precedenti la cultura greca classica. 
La fiaba presenta un'antichissima mappa psichica dell'iniziazione femminile. E' la storia del passaggio di madre in figlia, da una generazione all'altra, del potere femminile dell'intuito. Secondo questo antico racconto l'intuito è il tesoro della psiche femminile, che prende le sembianze di una vecchia saggia sempre presente e pronta a farci scoprire la verità delle cose. Tutte le componenti della storia (madre buona, padre, matrigna, sorellastre, bambola, strega selvaggia, re, vecchietta) rappresentano gli aspetti della psiche della giovane donna nel suo processo di iniziazione. Il lungo percorso dell'iniziazione è costellato da prove e ostacoli da superare : sono i compiti che la psiche deve portare a termine, perché l'intuito, sepolto dal disuso, possa essere in essa ri-collocato.
Attraverso la storia di "Giovanni di ferro" viene presentato e analizzato nelle sue fasi il processo iniziatico che deve affrontare il giovane maschio per trasformarsi in un uomo completo e maturo.
La storia incarna i valori distintivi maschili e contribuisce a farci scoprire cos'è la mascolinità e che ruolo ha il padre. 
Essa, in quanto scevra dai pregiudizi della psicologia moderna, sopravvissuta all'esame di generazioni di donne e uomini, è in grado di rendere conoscibile sia il lato luminoso, sia quello in ombra della natura maschile. Il modello che propone non è un uomo perfetto, né un uomo eccessivamente spirituale, ma l'uomo con i suoi bisogni e desideri autentici. 
Con la fiaba è possibile toccare un altro problema fondamentale della vita, capire come i nostri corpi abbiano imparato ad essere maschi e femmine.
Le due fiabe proposte sono molto ricche di motivi da interpretare l'una dal punto di vista femminile, l'altra da quello maschile, e offrono indicazioni per cogliere elementi in grado di farci individuare le fasi del processo attraverso il quale il bambino e la bambina apprendono di appartenere a un sesso, capiscono, cioè, di essere maschio o femmina.