Livorno nel Risorgimento. Circolo Didattico G. Carducci a.s. 2008/09
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LE VIE RISORGIMENTALI DELL'ARDENZA
Via Bartolommei
Bartolommei Giampaolo, piazza - tra la Via del Littorale e Via Fratelli del Conte. Discendente da famiglia di commercianti coloniali a Livorno di origine corsa. Bartolommei fu uomo attivissimo e fervente patriota. Sposò la poetessa e scrittrice Angelica Palli e fu amico di F. D. Guerrazzi. Ebbe grado di tenente - colonnello nella Guardia Civica e combatté da soldato semplice contro gli austriaci per la causa dell'Unità d'Italia. Nel 1899 fu ricordato dando questo nome alla Piazza Antignanese.
Via Brigata Garibaldi
Brigata Garibaldi, via - da via Fioravanti a via P. Vannucci. Via Sorta nel 1949, fu prolungata nel 1962. Ci ricorda le gesta eroiche dei combattenti per la Libertà, sotto il nome di questa brigata.
Via Franchini
Oreste, via - da via Ravizza a via U. Mondolfi (Ardenza). Fu così denominata fino al 1907 la via dei Casini. Le fu assegnato questo nome in ricordo del patriota (Livorno 1834 - 1907).
Via Pastrengo
Via (Ardenza), è una parte di via del parco e fu così denominata nel 1892 per ricordare la vittoria riportata all'esercito piemontese guidato da Carlo Alberto sulle truppe del Maresciallo Radetsky nell'aprile del 1848 durante la prima guerra d'indipendenza. E' un piccolo comune della provincia di Verona.
Via Pellico
Pellico Silvio, via da Via dell'Ardenza a via Vncenzo Cuoco. E' stata assegnata con atto del 27 gennaio 1960. Vuole ricordare lo scrittore patriota (1789 - 1854) che fu a Livorno nel 1845 ed ebbe rapporti col letterato Francesco Orlandini. A Livorno collaborò con la Miscellanea i Gianni. Affilato alla Carboneria del Maroncelli soffrì il carcere allo Spielberg per 10 anni. Liberato cessò l'attività politica e scrisse "le mie prigioni".
ANGIOLETTI Diego generale,
Dalla via Uberto Mondolfi al viale di Antignano. Fu così denominata nel 1927 per ricordare il livornese (1822-19056) che fu generale e ministro della marina nel Ministero La Marmora
BARTOLOMEI piazza
di Antignano. Sposò Angelica Palli. Era tenente - colonnello e combattè da soldato contro gli austriaci.
PELLICO, Silvio via
Da via dell'Ardenza a via Vincenzo Cuoco. Era uno scrittore che venne a Livorno nel 1845 dove collaborò alla carboneria. Quando venne liberato dai suoi anni di prigionia scrisse "Le mie prigioni".
SALVESTRI Giovanni, via
Dal viale Italia a via dell'Ardenza. Ebbe questa denominazione nel 1927, per ricordare il brillante commediografo (1841 - 1890) che combatté con Garibaldi, da Milazzo al Volturno; fece la campagna del '66 nel Tirolo con le camicie rosse.
SGARALLINO Andrea, piazza
Vi fanno capo: via del Pastore, via A. Sgarallino e via Pacinotti. Fu così denominata dal 1901 in onore del generoso popolano (1819-1887) livornese che difese le mura nel 1849, passò alle barricate quando gli austriaci sfondarono a S. Marco e prese parte a numerose imprese garibaldine.
Alcune notizie "Chi erano!"
Bartolommei Girolamo
Poeta e letterato italiano (Firenze, ca. 1585-1662). Di nobile famiglia fiorentina, si laureò in legge e appartenne all'Accademia della Crusca, alla Fiorentina e a quella degli Umoristi di Roma. Oltre a rime e a drammi musicali, compose l'america (Roma, 1650), poema epico-storico celebrante la spedizione di A. Vespucci e solo per incidenza (attraverso un racconto) quella di C. Colombo; e tragedie (1° ediz., Roma, 1637, dedicata a Urbano VIII; 2° ediz., Firenze, 1655),tra le quali due, il Polietto e la Teodora, su argomenti che furono poi ripresi dal Corneille. Compose anche una Didascalia cioè Dottrina comica (Firenze, 1658 e 1662)in tre libri, che vuol essere una storia dell'arte comica e una dimostrazione della possibile sua moralità. Dedicò questa opera al figlio Mattias Maria, anch'esso letterato e autore di teatro (1640-1695). La produzione epica e tragica del B., scarsa di fantasia ma non priva di un certo decoro, ha oggi importanza puramente storica.
Pastrengo
Comune del veneto, con 1745 ab., in provincia di Verona, da cui il capoluogo, posto a 192 m fra colline coltivate a vigneti e grano, alla distanza dell'Adige, dista 18 km NO.
È noto per il combattimento svoltosi durante la prima guerra dare indipendenza, il 30-IV-1848, tra le truppe austriache del Radetzky e le sardo-piemontesi del Gerbaix de Sonnax, tra le quali era il re Carlo Alberto, e conclusi con la vittoria di questi ultimi.
Silvio Pellico
PELLICO, Silvio. Patriota e scrittore.
Nato l'anno stesso in cui si apriva la Rivoluzione Francese, la sua vita doveva svolgersi tra Settecento e Ottocento, tra Rivoluzione e Restaurazione, in uno dei momenti di più acuta crisi ETICA-POLITICA, quasi specchio sensibile di quella linea ascendente e discendente in cui, come in un ideale diagramma, si spezza l'esperienza della generazione formatasi negli anni napoleonici(la generazione di Foscolo, dei conciliatori, di Stendhal).
"Nato da' più amorevoli parenti - sono sue parole - in quella condizione che non è povertà, e che, avvicinandovi quasi egualmente al povero e al ricco, t'agevola il vero riconoscimento de' due stati", il giovane Silvio portava impressi nella figura i segni della sua sensibilità, dell'entusiasmo per la poesia, della disposizione all'amicizia, alle tenere affezioni del cuore, alla pietà, alla bontà.
Gravi infermità lo avevano colpito nell'infanzia, sicché era cresciuto stentatamente e dapprima pressoché paralitico nelle gambe:fanciullezza in felicissima nel fisico e pure consolata dalle dolci cure della madre, la savoiarda Margherita Tournier,
religiosissima, e dall'affetto del padre, Onorato 1°, uomo non ignaro di lettere, di modeste condizione economiche, rese anche più precarie dagli spostamenti (da Saluzzo a Pinerolo, a Torino, a Milano e ancora, definitivamente, a Torino) causati dalle vicende politiche ed economiche non favorevoli e dal crescente peso della numerosa famiglia.
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SGARALLINO. Famiglia di patrioti:
1) Andrea, fra il 1848 e il 1866 prese parte a quasi tutte le campagne per l'indipendenza.
Nel 1848 si recò a combattere in Lombardia con i volontari toscani e si ritrovò allo scontro di Montanara: poi, tornato a Livorno nel 1849, quando in Toscana ritornò il granduca accompagnato dagli Austriaci, organizzò una compagnia detta della "MORTE" con cui cercò di difendere la sua città dall'occupazione straniera.
In seguito, riparò nell'America del Nord, dove rimase fino al 1859, quando rimpatriò richiamato dal nuovo clima di libertà e della spedizione dei Mille, a cui egli partecipò sino alla conclusione.
Nel 1866, di nuovo con Garibaldi, combatté sul Lago di Garda contro la flottiglia austriaca, al comando della cannoniera "Torrione".
2) Jacopo, fratello di Andrea. Forse più di questo prese parte alle lotte nazionali dei popoli oppressi.
Infatti dopo essere stato alla difesa di Livorno nel 1849, in Crimea nel 1855, a Volturno nel 1860 durante la spedizione dei Mille, e dopo aver seguito Garibaldi ad Aspromonte nel 1862, si recò anche in Polonia due anni più tardi e in Grecia nel 1877 - 1878 con Ricciotti e Garibaldi a combattere per l'indipendenza di quei popoli.
Aveva fatto anche la campagna del Trentino con Garibaldi nel 1866 e aveva rinnovato, sotto la guida di questo, il tentativo contro Roma che condusse a Mentana.
3) Pasquale, fratello dei due precedenti.
Partecipò con Garibaldi alla campagna del Trentino nel 1866; l'anno dopo si trovò con Jacopo a Mentana e, finite le guerre dell'indipendenza nazionale, si recò a combattere nel 1875 - 1876, per i popoli balcanici contro i Turchi.
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