VII Circolo Didattico Livorno
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a.s. 2007/08
Classe 1^B TP
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Con l'intento di avvicinare le bambine e i bambini alla conoscenza e all'uso del computer in maniera naturale e divertente, il nostro percorso, grazie al prezioso aiuto e alla consulenza del nostro esperto informatico Massimo Salemmi, si è articolato secondo varie tappe:
a) In primo luogo abbiamo presentato loro un gioco: "Il Castello della Fantasia", un teatrino elettronico in cui creare semplici storie muovendo numerosi personaggi nell'ambientazione medievale di un castello e dei suoi dintorni. "Il Castello della Fantasia" è un gioco che si può usare a due livelli: uno più guidato e uno più libero. Al primo livello, quello più guidato, è il programma stesso che propone dei problemi da risolvere, invitando l'utente ad esplorare una situazione e ad eseguire un compito. Per esempio, nel cortile del castello, si é invitati a costruire una catapulta per colpire la strega. Al secondo livello, quello più libero, è l'utente stesso che può costruire, manipolare, controllare le situazioni di gioco. Poiché non esiste un modo giusto per giocare, i bambini hanno potuto impratichirsi con calma delle molte funzioni disponibili, senza paura di sbagliare; giocando hanno acquisito alcune competenze informatiche: hanno imparato ad usare il mouse, ad aprire e chiudere un programma, ad osservare lo schermo decifrando il significato dei simboli che comparivano sulla barra degli strumenti e ad eseguire operazioni in sequenza secondo un ordine dato.
b) In una seconda fase abbiamo deciso di inventare noi una storia provando a utilizzare alcuni strumenti informatici. La storia è stata quella de "La principessa Sara e il drago Leonardo": individuati i personaggi, abbiamo definito la trama, i dialoghi e illustrato le varie sequenze della vicenda attraverso disegni. A questo punto ci siamo chiesti come sarebbe stato possibile trasferire questi dati sul computer e abbiamo scoperto che esistevano alcuni strumenti che ci avrebbero consentito di farlo. Era possibile inserire disegni grazie ad uno scanner e registrare le voci, mentre recitavamo o leggevamo la storia, acquisendola in formato digitale, grazie ad un programma (Audiacy). È possibile visionare il risultato di questo lavoro seguendo il percorso "La nostra storia".
c) Utilizzando i medesimi strumenti informatici le bambine e i bambini hanno illustrato graficamente e registrato in formato digitale anche un canto africano: "Uéleé molibà màkàsì". Si tratta di un canto congolese in lingua lingala. Lo scopo di questa attività, che rientrava in un progetto portato avanti da Federica Pitto, un esperta di musica, operatrice del Comune di Livorno, non è stato tanto quello di insegnare ai bambini a cantare, quanto di educarli all'ascolto.
La canzone racconta una scena di vita quotidiana africana disvelando un tesoro di suoni e di emozioni intense. Si narra di alcuni pescatori che, dopo una giornata di pesca, tornano a casa a mani vuote. Per questa ragione sono costretti a spostarsi in un'altra zona e a gettare nuovamente le reti. La corrente del fiume è molto forte e si deve remare con grande fatica per poter procedere. I pescatori allora invocano il capo della regione (Benguela) e gli chiedono di intercedere per loro presso le divinità. Avvicinandosi a queste sonorità insolite, inizialmente incomprensibili ma affascinanti, i bambini hanno incontrato l'altro, il diverso da loro. Seguendo il percorso "Il nostro canto africano" sarà possibile udire il canto e ammirare i disegni dei bambini.
d) Seguendo infine l'ultima tappa di questo percorso, "Gli autori" saranno presentati i protagonisti di questa "avventura mediatica" e sarà possibile ascoltare la loro voce mentre ci raccontano i loro sogni futuri descrivendo i loro elaborati artistici ("Cosa farò da grande ").
Buona visione !!
Elena Bottoni e Franca Biancani